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Le dimissioni «inspiegabili» - Parte 3/3: Approfondimento su Schirra

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di Khalid Come abbiamo visto nei precedenti articoli ( parte 1 e parte 2 ) dedicati alle dimissioni «inspiegabili» di alcuni protagonisti del programma spaziale americano, il ritiro di Wally Schirra desta particolare meraviglia, visto che in quanto astronauta del programma Mercury Schirra avrebbe avuto buone probabilità di diventare il primo uomo a camminare sulla Luna, come afferma Deke Slayton, all’epoca selezionatore degli equipaggi della NASA: [1] Bob Gilruth and headquarters and I agreed on one thing, prior to the Apollo fire: if possible, one of the Mercury astronauts would have the first chance at being first on the moon. Bob Gilruth, il quartier generale e io eravamo d’accordo su una cosa, prima dell’incendio Apollo: se possibile, uno degli astronauti Mercury avrebbe avuto la possibilità di essere il primo sulla luna. Questa circostanza è stata però negata da Schirra in due occasioni. La prima è un’intervista del 2002: [2] In the “From the Earth to the Moon” TV series dramati

Le dimissioni «inspiegabili» - Parte 2/3: Schirra

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di Khalid   Even Space Cowboys Get the Blues Veniamo infine alle dimissioni più clamorose, quelle dell’astronauta Wally Schirra . C’è da segnalare per prima cosa una grave omissione da parte di Mazzucco. Cosa stava facendo Schirra tre settimane dopo aver annunciato che si sarebbe dimesso dalla NASA? Si era davvero ritirato a vita privata, come lascia intendere American Moon ? Ma Schirra aveva detto che le dimissioni sarebbero diventate effettive il 1 luglio 1969. Così, l’11 ottobre 1968 Schirra e due compagni si trovavano in cima a un razzo Saturno IB, a bordo di una capsula Apollo, in attesa di partire per la missione Apollo 7, la prima con a bordo astronauti dopo il disastro dell’Apollo 1. Con il suo successo, arrivato dopo un volo nello spazio di quasi undici giorni, Apollo 7 avrebbe dimostrato che il modulo di servizio e il modulo di comando dell’Apollo erano ormai perfettamente affidabili, aprendo così la strada alla prima missione orbitale intorno alla Luna, Apollo 8. Prima di ab

Le dimissioni «inspiegabili» - Parte 1/3: Webb e Seamans

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di Khalid   Massimo Mazzucco sostiene che nel corso del 1968 si sarebbero verificate alcune dimissioni «inspiegabili» di protagonisti del programma spaziale americano. Mazzucco sembra implicare che questi personaggi si siano dimessi perché consapevoli dell’impossibilità di raggiungere la Luna e contrari a prendere parte alla falsificazione delle missioni Apollo. Mazzucco parla per primo di James E. Webb, direttore della NASA dal 1961, che era riuscito con un lavoro instancabile ad assicurare il sostegno del Congresso al programma Apollo fin dal suo inizio, ma che il 7 ottobre 1968 «abbandonava inspiegabilmente il progetto della sua vita ad un passo dalla sua realizzazione». È poi la volta di Robert C. Seamans, vice di Webb alla NASA, che precedendo il suo superiore «aveva inspiegabilmente dato le dimissioni nel gennaio dello stesso anno». Mazzucco considera con scetticismo la risposta data da Seamans ai giornalisti del Washington Post che gli avevano chiesto per quale motivo abbandona

Artemis 1 - Ombre convergenti? (Ci risiamo...)

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Nuova missione, nuovo complotto. Dopo tanta attesa, il programma Artemis è finalmente realtà. Per tutti, tranne che per i complottisti, condannati a perpetuare una narrazione fatta di sospetti e di trame oscure, grondante antiamericanismo e antiscientismo. Comincia così una nuova divertentissima stagione della serie “Moon Hoax”. Commentando una fotografia scattata dalla navicella Artemis 1, il complottista Massimo Mazzucco ne ha messo in dubbio l’autenticità, rispolverando un evergreen del lunacomplottismo: le ombre non parallele . Tra l’altro stavo guardando delle immagini… Non voglio anticipare niente, voglio cercarne delle altre, però ho visto delle immagini di Artemis che si allontana dalla Terra: c’è Artemis qui, un angolino di Artemis, che si vede la capsula che si vede, con alcuni coni, che sono dei razzi probabilmente direzionali, e sullo sfondo qui c’è la Terra in lontananza. Oh, io da fotografo vedo la luce che arriva sui coni con l’ombra di qua, quindi la luce arriva di là,

Mazzucco, You Have a Problem - Ombre sfumate e fotografi confusi

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Sappiamo quanto Mazzucco ci tenga a presentarsi come un’ autorità in campo fotografico, e a fare appello a questa presunta autorità per sostenere la teoria secondo la quale le foto lunari delle missioni Apollo sarebbero state scattate sulla Terra. Ma il non plus ultra dell’appello all’autorità viene raggiunto nel documentario American Moon, dove all’opinione del regista ex fotografo si aggiunge quella di quattro fotografi famosi. Un “poker d’assi” che avrebbe dovuto moltiplicare per 5 la potenza di fuoco della nave ammiraglia, cioè il capitolo sulla fotografia, il pezzo forte del film. Vedremo adesso come questa ammiraglia sia stata colpita e quasi affondata da due semplici paroline, cioè la nostra risposta sulle ombre sfumate. Reazioni alla risposta 37 sulle ombre sfumate Commento semiserio sulle reazioni dei lunacomplottisti alla nostra risposta del 2019. La domanda 37 di American Moon sul contorno sfumato dell’ombra è talmente banale che la nostra risposta originale era composta l

Mazzucco, il sedicente esperto che sfumava le ombre (e poi le rinnegava)

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L’importanza di chiamarsi esperto 20 luglio 2004. È il 35° anniversario del primo uomo sulla Luna e Massimo Mazzucco presenta per la prima volta la sua teoria della messinscena lunare : ho fatto per vent’anni il fotografo di moda, e qualcosina di diaframmi e di focali mi illudo ogni tanto di saperne. Ma nonostante le foto degli astronauti sulla Luna siano state sotto i miei occhi – come sotto gli occhi di tutti – sin da quel lontano 1969, è stato solo un giorno di qualche anno fa, a furia di sentire queste strane voci che giravano, che mi sono deciso a dare una controllata in prima persona. Sono andato al sito della NASA, ne ho scaricate una ventina, ma già alla terza mi ero reso conto con assoluta certezza di come fossero tutte clamorosamente, macroscopicamente, indiscutibilmente false. Insomma non ha il minimo dubbio : io, da fotografo professionista, sono disposto a mettere sulla falsità di quelle foto la vita dei miei figli . Questa certezza assoluta gli deriverebbe dall